110 anni di Harley-Davidson

La storia di un marchio che rappresenta un modo di essere

Una Harley-Davidson non è solo una moto, è molto di più. ll brand rappresenta un modo di essere, con una personalità talmente definita da creare una comunità planetaria che condivide valori e stili di vita. O lo ami o lo odi.

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Harley-Davidson

Una Harley-Davidson non è solo una moto, è molto di più. ll brand rappresenta un modo di essere, con una personalità talmente definita da creare una comunità planetaria che condivide valori e stili di vita. O lo ami o lo odi. Il marchio, nato nel 1903, considerato come simbolo dai biker, compie quest'anno 110 anni: un compleanno "ruggente".

 

La prima motocicletta al mondo prodotta in serie, la Hildebrand & Wolfmuller, apparve nel 1894 ma la vera storia della moto inizierà solo nove anni dopo, nel 1901, quando i compagni di studi William S. Harley, 21 anni, figlio di un emigrante inglese di Liverpool, e Arthur Davidson, nativo di Aberdeen (Usa), 20 anni, disegnarono la loro prima idea di motore.

William Harley e Arthur Davidson

William Harley e Arthur Davidson in una foto del 1910

Così, come in ogni favola americana che si rispetti, dopo due anni nacque a Milwaukee (in un capanno degli attrezzi grande circa 13 metri quadrati) la Harley-Davidson Motor Co., la cui insegna era una scritta fatta a mano dipinta direttamente sulla porta. Il primo prototipo HD era praticamente una bicicletta motorizzata. Il 28 agosto 1903, data della costituzione della società, si aggiunsero William e Walter, i due fratelli di Davidson.
La produzione partì però molto lentamente e, in quell’anno, furono vendute solo tre moto.

Nei quattro anni successivi la produzione arrivò a 150 motociclette. Nel 1907 vi fu l’accordo di fornitura, tuttora in essere, alla Polizia di Stato. Ma solo 6 anni dopo la produzione arrivò quasi a 13.000 unità. Nel 1920 la Harley-Davidson era già il più grande e rinomato costruttore di moto al mondo, con una rete vendita presente in 67 paesi e una produzione di quasi 30.000 esemplari.

 

Il mito prese corpo anche per le spiccate doti di marketing dei due soci, raggiungendo traguardi storici, come quello del 28 aprile 1921, quando una Harley-Davidson raggiunse per prima i 160 km/h di velocità in una gara motociclistica. Infatti, pochi sanno oggi che il marchio Harley-Davidson è diventato famoso proprio per la velocitàdelle sue moto, tanto che già dal 1914 si meritò il soprannome “The Wrecking Crew” (La Squadra Distruttrice), grazie al dominio incontrastato nel settore delle corse. Attorno al suo marchio infatti sono nate star dello sport come Joe Petrali, uno dei più famosi motociclisti del passato capace di battere tutti i record, o come Scott Parker, dal 1978 miglior corridore della storia della Harley-Davidson, con 93 vittorie e ben 9 titoli Grand National in 10 anni.

 

Le evoluzioni del design vintage hanno scandito nel tempo la fama delle moto Harley-Davidson conquistando il posto speciale che anche oggi hanno nell’immaginario collettivo: cromaturemanubri ritorticolori selezionati e – cosa fondamentale – il particolare sedile che contraddistingue la posizione abbassata del guidatore.

I dettagli inconfondibili di Harley-Davidson:  cromature, manubri ritorti, colori selezionati e sedile abbassato

Dopo il secondo conflitto mondiale la moto Harley-Davidson contribuì a creare il mito americano in Europa; ricordiamo per esempio che nel famosissimo film “Un americano a Roma”, Alberto Sordi guida il modello Liberator. E già dal nome si capisce il tipo di emozione che il brand già allora evocava.

Il marchio Harley-Davidson conserva intatto un fascino colmo di significati trasversali, che viene associato a un modo tutto speciale di intendere la vita, in grado di aggregare e insieme esprimere in modo unico la personalità di chi decida di possedere una moto di questo tipo.

 

Tra i fattori di successo del brand c’è quello di aver mantenuto nel tempo una costante attenzione alle innovazioni tecnologiche e ai cambiamenti, senza però rinnegare un passato glorioso. Così, non cadendo nelle trappole delle mode, al contrario di molti concorrenti che in un secolo di storia hanno pagato con la scomparsa dal mercato, la marca Harley-Davidson ha mantenuto fede a se stessa, non tradendo mai i propri fedelissimi clienti e trasmettendo loro fiducia. L’immortalità parte anche dal logo, così oggi come dal 1910: il Bar and Shield (Fascia e Scudo), che nel 1911 viene registrato legalmente.

 

Nel 1933 parte l’era della nota pratica delle personalizzazioni dell’Harley-Davidson, da cui il termine custom, che dall’inglese significa non solo usanza, tradizione, abitudine ma – appunto – anche personalizzato, modificato, speciale.
Ed è proprio quest’aspetto che caratterizzerà il marchio nell’immaginario collettivo dei nostri tempi. Tutto iniziò quando, per compensare il calo di vendite causato dalla crisi economica di quegli anni, viene apposta la nota aquila sui serbatoi delle motociclette, rivelandosi una mossa strategica di successo perchè ispirò le molteplici possibilità di customizzazione che ognuno poteva fare alla propria moto.

 

Tra le azioni di branding che hanno contribuito a costruire il marchio-mito, ci sono gli eventi creati per celebrare le varie ricorrenzedella Harley-Davidson e l’abbinamento a grandi nomi dello spettacolo. Nel 1953 un particolare logo viene disegnato per festeggiare il cinquantesimo anno dalla fondazione, una sorta di medaglione che sottolinea il made in Usa, applicato sul parafango. Nel 1956 Elvis Presley, grande estimatore Harley-Davidson, venne fotografato a cavallo di un nuovo modello.

Elvis Presley testimonial per Harley-Davidson

Elvis Presley testimonial per Harley-Davidson, in una fotografia del 1956

Insomma, è proprio attraverso slogan come “The Eagle Soars Alone” (“L'aquila vola da sola”) del 1981 e avvenimenti di grande risonanza, come il raduno a Milwaukee per il novantesimo compleanno a cui parteciparono centomila appassionati motociclisti da tutto il mondo e inoltre un particolarissimo design (la Fat Boy rappresenta un mito del design del mondo delle moto), che il brand da allora si è fatto sempre più leggenda.

Tra i valori fondamentali che la marca Harley-Davidson trasmette c’è proprio l’amore per la libertà e l’avventura, associati alle infinite strade statunitensi, alle sue lunghe distanze coast-to-coast da percorrere. Ma anche fratellanza e solidarietà, creando di fatto un’enorme famiglia, a cui fanno parte centauri appartenenti a diversi ceti culturali. Architetti, operai, artisti,  impiegati, avvocati, metalmeccanici, medici che a cavallo di una Harley-Davidson diventano uguali, uniti da valori inossidabili e da una personalità interiore che travalica ogni classificazione sociale.

Il saluto che tra harlisti ci si scambia a ogni incrocio rappresenta non solo un augurio bensì uno scambio di intesa e di riconoscimento. Un “motociclista custom” non è mai solo: quando si incontrano due individui di questa strana tribù non c’è bisogno che si presentino, è come se si conoscessero da sempre. Provare per credere.