50 anni di Rolling Stones

Il brand della trasgressione festeggia con un nuovo logo

Una bella linguaccia rivolta al tempo, che per i Rolling Stones sembra non passare mai.

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Rolling Stones

Una bella linguaccia rivolta al tempo, che per i Rolling Stones sembra non passare mai. Cinquant’anni e non sentirli: è ciò che l’intramontabile logo dall’espressione sboccata comunica sfacciatamente a tutto il mondo. Una linguaccia simbolo non solo del gruppo rock per antonomasia, ma rappresentativa di intere generazioni che hanno espresso l’essenza della ribellione come modello di vita.

 

Quest’opera stile pop-art è stata creata nel 1970 dal ventiquattrenne John Pasche, studente all’ultimo anno del Royal College of Art di Londra, commissionatagli in persona dal leader dei Rolling Stones Mick Jagger, non soddisfatto del lavoro grafico sviluppato dall’allora casa discografica del gruppo – la Decca Records – per la comunicazione del prossimo tour.

 

artwork del logo

L’artwork del logo originale del 1969, disegnato da John Pasche – studente del Royal College of Art – e acquistato nel 2008 per 92.500 dollari dal Victoria & Albert Museum di Londra.

 

«Sono stato pagato 50 sterline per la progettazione del logo e nel 1972 ho ricevuto 200 sterline in più come riconoscimento del suo successo - queste le parole di Pasche in un’intervista al quotidiano Guardian di qualche anno fa –. Mick aveva un dipinto della dea Kali che amava molto e l’India andava molto a quei tempi, ma io temevo che qualcosa del genere potesse andare fuori moda, prima o poi. Io volevo qualcosa che fosse anti-autoritario, ma credo che l’idea mi venne quando incontrai per la prima volta Jagger, faccia a faccia con lui: la prima cosa che si notava era la grandezza delle sue labbra e della sua bocca. La lingua della dea Kali e le labbra di Jagger erano un insieme perfetto, rappresentavano l’attitudine anti-autoritaria della band e avevano una naturale connotazione sessuale. Sono molto fiero di averlo realizzato».

 

John Pasche

John Pasche, l’autore del logo originale della linguaccia, in una foto recente.

 

Effettivamente, John Pasche ha riassunto in poche parole il concetto comunicativo di questa immagine, smaccatamente trasgressiva e quindi coerente con il mondo di senso che ruota intorno alla musica rock, specialmente di quel particolare periodo storico.
Il disegno della linguaccia venne utilizzato per la prima volta nella copertina interna del disco “Sticky Fingers”, pubblicato nel 1971: uno degli album più importanti per la storia della grafica e il mondo della musica, dove la copertina esterna è stata ideata dal noto artista americano Andy Warhol.

 

Pasche ci tenne a sottolineare che la “lingua” è opera sua e non attribuibile a Warhol, contrariamente a quanto veniva sostenuto in tutto il mondo.
Giustamente bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, specialmente quando una tale creazione diventa un’opera d’arte meritevole di essere esposta al Victoria and Albert Museum di Londra, il quale nel marzo 2008 aveva annunciato di aver acquisito l’artwork originale - ancora in possesso di John Pasche - per 92.500 dollari, attraverso un’asta svoltasi negli Stati Uniti.

 

disco “Sticky Fingers”

Il disco “Sticky Fingers” dei Rolling Stones, uscito nel 1971, dove appare per la prima volta l’immagine della linguaccia.

 

L’attenzione del museo è giustificata anche per il moderno ruolo che un marchio ricopre oggi: non solo quello di essere riconoscibile ma principalmente di stimolare interesse, evocare emozioni, presidiare un determinato insieme di valori e quindi provocare il desiderio di appartenere al mondo della marca. Ecco come il simbolo della linguaccia scateni letteralmente, come nessun altro, una energetica e sensuale voglia di rock e di Rolling Stones.

 

Rolling Stones marchi

Confronto tra il logo originale di John Pasche - utilizzato per la prima volta nel 1971 sulla copertina dell’album “Sticky Fingers” dei Rolling Stones - e il marchio del Cinquantesimo realizzato da Shepard Fairey.

 

Il logo realizzato per il cinquantesimo anniversario
Per la ricorrenza dei cinquant’anni dei Rolling Stones (il 12 luglio 1962 si sono esibiti dal vivo per la prima volta in pubblico al Marquee Club di Londra), la band ha deciso di far produrre un marchio ad hoc, affidandone la progettazione a Shepard Fairey, il grafico/street artist noto per aver realizzato il celebre poster-ritratto di Barak Obama nel periodo della campagna elettorale che lo elesse presidente Usa. «Niente può essere paragonato al logo della lingua creato da John Pashe, secondo me, il più potente, iconico e duraturo nella storia del rock’n’roll - dice Fairey -. Penso che il logo della lingua sia l’essenza della ribellione e della sensualità, cioè il fascino del rock nella sua espressione più alta».

 

Logo 50 years

Di fronte a un marchio così noto e importante, infatti, elaborare un nuovo marchio era una cosa molto delicata. Così lo stesso Shepard Fairey ne racconta la genesi: «Mick Jagger mi ha detto che era aperto a qualsiasi tipo di mia idea, ma una delle prime cose che gli ho chiesto è stata “Non pensi che la lingua debba essere inclusa?”. E lui ha risposto “Si, penso che dovrebbe esserlo”. Caso chiuso. Ero molto onorato che mi avesse chiesto di lavorare al logo del 50esimo anniversario, quindi il mio obiettivo era quello di mettere in evidenza l’eredità degli Stones piuttosto che rendere illuminante il mio contributo. Con questo in mente ho cercato di integrare il numero 50 in un modo creativo e memorabile. Penso che la soluzione parli da sola nel celebrare il marchio iconico degli Stones nell’anniversario storico». 

 

Shepard Fairey

Shepard Fairey, il grafico/street artist noto per aver realizzato il logo del 50esimo anniversario dei Rolling Stones e il celebre poster-ritratto di Barak Obama.