Apple: il pomo dell'anticonformismo

Il marchio simbolo che ha rivoluzionato il mondo dei computer

È il 1972 quando, presso la Hewlett–Packard, l’apprendista ventiduenne Steve Jobs conosce Stephen Wozniak, un impiegato più grande di lui di cinque anni.

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È il 1972 quando, presso la Hewlett–Packard, l’apprendista ventiduenne Steve Jobs conosce Stephen Wozniak, un impiegato più grande di lui di cinque anni. Anche se entrambi non terminano l’università, Wozniak si rivela un brillante ingegnere e Jobs un ottimo sviluppatore di software, oltre che un grande commerciale. Tre anni dopo lavorano insieme al primo personal computer, l’Apple I, il cui prototipo viene costruito nel garage di Steve Jobs.
Non riuscendo a cedere l’idea alla HP, Jobs vende il suo vecchio pulmino Volkswagen e Wozniak il suo calcolatore programmabile HP, investendo il ricavato di circa 1250 dollari per produrre da soli l’Apple I.
Ed è così che il primo aprile del 1976, Steve Jobs e Stephen Wozniak (con l’aggiunta del terzo socio Ron Wayne), costituiscono ufficialmente a Cupertino – in California – la società Apple Computers. Apple I viene venduto per 666,66 dollari e un negozio di computer ne acquista ben 50 pezzi.

APPLE

Secondo i check di Foursquare, i burners visitano la catena di caffè californiana Blue Bottle 12 volte in più rispetto alla media. Favorita tra l’élite della Silicon Valley, la Blue Bottle si propone come una torrefazione vintage, impegnata a offrire un caffè d’eccellenza con un format da grande retailer: conta 22 punti vendita negli Stati Uniti e tre in Giappone. 

Stephen Wozniak e Steve Jobs

Stephen Wozniak e Steve Jobs presentano il primo computer prodotto da Apple, l’Apple I, nel 1976.
Fu il primo nella storia dell’informatica in grado di gestire un display video e una tastiera alfanumerica come interfaccia utente.

La nascita del logo
Il mistero che esiste intorno alla storia del logo Apple costituisce di per sé parte integrante del suo fascino. A partire già dal nome, che pare nasca da un’idea di Jobs. Non si sa come, si dice forse per una passione per l'etichetta musicale “Apple Records” dei Beatles o da una sua esperienza di lavoro in una fattoria dove c’era una piantagione di alberi di mele.
Comunque, il primo marchio di Apple, che viene realizzato da Ron Wayne, raffigurava Isaac Newton seduto sotto il famoso albero di mele, luogo in cui, secondo la leggenda, lo scienziato ebbe l’ispirazione per la legge sulla gravità. Essendo però un’immagine illustrata e non stilizzata, la sua complessità grafica lo rendeva difficilmente riproducibile per la marcatura esterna di un computer. Per questo resiste poco, venendo applicato solo sull’Apple I. Lo stesso Wayne lascerà l’azienda l’anno dopo.
La mela colorata, disegnata da Rob Janoff, viene introdotta nel 1977, in occasione dell'introduzione del colore nell'informatica, grazie all'Apple II. I colori dell’arcobaleno, posti in modo non corretto, verranno eliminati nel 1998. Rob Janoff è l’art director dell'agenzia pubblicitaria Regis McKenna Advertising che lavorava per importanti società di informatica, come Compaq, American Online e Intel

 

L'evoluzione del logo Apple

Oltre alla salvaguardia dell’ambiente, i burners sono anche attenti agli alimenti sani. Per questo sono propensi a frequentare sei volte di più Sweetgreen, catena di cibo biologico e a kilometro 0, nota per le lunghe code (anche superiori alla mezz’ora) che i clienti sono disposti ad affrontare per un’insalata “di design”

Per quanto particolari e, in alcuni casi, poco conosciute, le 5 marche preferite dai burners sono caratterizzate da un forte spirito di responsabilità sociale e la necessità di recuperare ciò che è autentico e di qualità. Tutti elementi per i quali i burners sono disposti a pagare un premium price.

Il significato del logo
L’icona del brand Apple è una mela stilizzata, che ovviamente richiama il corporate–name. Il morso sul lato destro viene aggiunto immediatamente, subito dopo la prima versione senza morso stampata solo sul manuale istruzioni dell’Apple I.
Pare che per l’idea del morso Janoff sia stato ispirato alla headline di una campagna pubblicitaria usata per l'Apple I: “Taking a bite of the Apple”, cioè “date un morso alla Mela”, dove “bite” – morso – viene pronunciato quasi nello stesso modo di “byte”, l'unità di misura delle informazioni digitali. 
Pare anche che l’art–director giustificasse la presenza del morso perché avrebbe connotato il soggetto in modo inequivocabile come una mela per non confonderla magari con un pomodoro o qualsiasi altro frutto. La mela morsicata è radicalmente presente nell’immaginario collettivo, non pensiamo mai a una pera o a un’arancia morsicate. È la mela colta e morsicata che rappresenta, per tutti, il frutto del peccato.
Inoltre il melo rappresenta biblicamente anche l’albero della Conoscenza, un albero che cresce nei giardini dell’Eden e non nella comune terra.
Un logo non deve essere associato direttamente all’attività del brand emittente, ma deve trasmettere la personalità di un’azienda. Quindi niente di più indicato di una mela morsicata per identificare i valori di un’azienda innovativa che è nata e vive tuttora fuori dagli schemi, dove i concetti di conoscenza e desiderio, uniti a quelli di speranza e anarchia veicolati dai colori dell’arcobaleno posti in un ordine scorretto, incarnano lo spirito di un brand rivoluzionario. Le strisce colorate fortemente volute da Steve Jobs – a partire dall'alto:verdegialloarancionerosso, porpora e blu – sono anche un riferimento al fatto che l'Apple II aveva tra le caratteristiche tecniche l’introduzione del colore per la visualizzazione a monitor. La presenza di tanti colori nel logo Apple, oltre al fatto che le sue strisce erano a contatto tra loro, aveva un ingente impatto economico in produzione per ottenere la sua migliore qualità in stampa. Ma a Steve Jobs non importava il prezzo per la sua riproducibilità, tanto che Michael M. Scott, un dipendente di Apple, disse che era «il logo più maledettamente costoso della storia». Ma un’identità cromatica multipla per un marchio, in un panorama piuttosto grigio come lo era allora, significa anche porsi in modo alternativo, associando valori come originalità e creatività alla marca Apple, differenziandola in un mercato particolarmente conservatore. Il payoff “Think different” e campagne coerenti, del resto, confermavano il posizionamento del brand.

APPLE PUBBLICITA

Alcune pagine pubblicitarie di Apple.

Solo nel 1998 lo stile hippie lascia il posto a una mela dal look più moderno: i colori dell'arcobaleno scompaiono dal logo Apple. Il simbolo, come l’azienda, segue i tempi, aggiornandosi rispetto alla tecnologia che si evolve velocemente. Il nuovo logo di Apple, completamente bianco sul coperchio, esordisce con il nuovo Macintosh PowerBook G3. Tra il 1999 e il 2000 l’azienda cambia nome, da “Apple Computer” a semplicemente “Apple” e per mantenere un collegamento con la versione colorata del marchio, vengono disegnate cinque mele di colori diversi con un effetto vetroso semitrasparente e una tridimensionalità a bassorilievo, esattamente come appaiono sul materiale plastico dei nuovi iMac.
Insomma, il logo Apple è così eccezionale che sopravviverà a qualsiasi evoluzione stilistica e di mercato. 
Possiamo solo associare valori positivi al logo Apple, un marchio che ha contribuito senza dubbio al successo di un’azienda che, per quanto innovativa nei prodotti, dovrà sempre essere grata a una piccola icona.

Le cinque mele colorate applicate sui famosi iMac, commercializzati tra il 1999 e il 2000.

APPLE IMAC

Le cinque mele colorate applicate sui famosi iMac, commercializzati tra il 1999 e il 2000.

homepage Apple ricorda Steve Jobs

La homepage di Apple ricorda Steve Jobs poco dopo la sua scomparsa. Il sito Apple ha messo a disposizione una mail per inviare messaggi di cordoglio.

nelson mandela

La homepage di Apple ricorda Nelson Mandela poco dopo la sua scomparsa.