Crolla il valore del brand Volkswagen

A nemmeno un mese dall’uscita della notizia sono già calcolabili gli effetti del “dieselgate”, lo scandalo che vede Volkswagen colpevole di aver montato su 482.000 auto un software in grado di aggirare i test sulle emissioni nocive.

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Volkswagen

A nemmeno un mese dall’uscita della notizia sono già calcolabili gli effetti del “dieselgate”, lo scandalo che vede Volkswagen colpevole di aver montato su 482.000 auto un software in grado di aggirare i test sulle emissioni nocive.

A inizio 2015 Volkswagen, come calcolato da Brand Finance, vantava un valore di marca parti a 31 miliardi di dollari, grazie a una crescita del 15% rispetto al 2014 (27 miliardi).

Oggi, in seguito allo scandalo, il brand tedesco avrebbe eroso dal proprio valore almeno 10 miliardi di dollari (perdita che si aggira attorno al 32%), portando l’azienda a una situazione grave, specialmente se si considera anche la perdita di oltre il 40% del valore azionario.

Il danno di reputazione ha portato quindi la marca Volkswagen ai livelli di dieci anni fa, neutralizzando gli ottimi risultati conquistati lungo tutto questo tempo. 

 

Campagna 2011 di Greenpeace

Campagna del 2011 di Greenpeace, che riprendendo l'ormai virale spot per la Volkswagen Passat, esortava l'azienda tedesca ad assumere politiche più sensibili rispetto al tema delle emissioni.

 

 

Sempre secondo Brand Finance, ci vorranno dai 5 ai 10 anni perché Volkswagen ritorni ai valori raggiunti nel 2015: uno scenario più preoccupante rispetto a quello che interessò Toyota fra il 2010 e il 2011, quando la giapponese fu indagata per seri difetti meccanici delle auto perdendo il 10% del proprio valore di marca.

Nonostante i difetti riscontrati in Toyota avessero messo a rischio l’incolumità e la vita dei conducenti, il caso Volkswagen mina i valori di eticità, trasparenza e affidabilità, in quanto non si tratta di errore ma di frode consapevole.

Ora si rischia che il danno di reputazione si possa estendere all’intera Germania, non solo perché lo scandalo sta toccando le connazionali BMW e Audi, ma anche perché si sta accusando il governo tedesco di essere stato da tempo a conoscenza dei fatti.  

 

Se nel 2014 la Germania, secondo Brand Finance, era il terzo brand nazionale più forte al mondo (con un valore economico di 4.300 miliardi di dollari), per il 2015 lo scenario è ancora da definire: vedremo quindi quanto il “dieselgate” abbia intaccato la fiducia verso il primo Paese europeo.