
Anche quest’anno Brand Finance ha annunciato i risultati del report annuale Nation Brands, che calcola in classifiche distinte il valore economico e la forza dei band nazionali.
Buone notizie per l’Italia, che entra nella top-10 della classifica economica. Con un valore di 1.445 miliardi di dollari, il brand Italia si colloca in nona posizione, due in più rispetto al 2014: rispetto lo scorso anno ha infatti incrementato il proprio valore del 12%, confermando un trend di ascesa economica (dal 2013 al 2014 si era registrata una crescita del 24%).
Per quanto riguarda invece la forza del brand, le prestazioni del Bel Paese sono migliorabili: in questa classifica non riesce a salire nella parte alta del ranking, rimanendo al 59° posto.
Con 19.703 miliardi di dollari, gli Stati Uniti si confermano il brand nazionale di maggior valore, seguiti da Cina (6.314 miliardi di dollari, 1% in meno rispetto al 2014) e dalla Germania (4.166 miliardi) , che perde la leadership slittando al terzo posto a fronte di una perdita del 4% (calcolabile attorno ai 191 miliardi) dovuta allo scandalo Volkswagen.
Seguono nella classifica Regno Unito, Giappone, Francia, India, Canada, Italia e Australia.
Le peggiori performance sono invece riconducibili a Paesi che, a causa di crisi finanziarie o politiche, hanno registrato decrementi significativi del proprio valore, come Ucraina (-45%), Perù (-33%), Russia (-31%), Honduras (-26%) e Argentina (-22%). Da notare che anche l’Australia, ultima nella top-10, ha subito un calo del 10%.
Delusioni anche da molti Paesi emergenti, primo fra tutti il Brasile, che a causa della crisi economica e del crollo dei prezzi delle materie prima perde il 17% percento del valore, scendendo all’undicesima posizione. In queste condizioni, la nazione sembra impreparata a raggiungere una rimonta contando solo sulle prossime Olimpiadi.
Peggiori le prestazioni della Russia, che ha perso la fiducia degli investitori a casa degli eventi bellici in Ucraina: decresce del 31% e cade dal 12° al 18° posto.
La segue, al 19° posto, la Turchia, potenza emergente di una volta: con il conflitto siriano alle porte e l’instabilità politica interna perde l’11% del valore.
Miglior Paese in assoluto per prestazioni è invece l’Iran, che grazie alla cancellazione delle sanzioni internazionali aumenta il proprio valore del 59%, raggiungendo la 46° posizione (per 159 milioni di dollari). Seguono, sempre per incremento del valore, quattro nazioni africane: Camerun (+50%), Tanzania (+44%), Kenya (+43%) e Zambia (+39%).
Grande assente nella classifica (che conta solo 100 posizioni) è Cuba: anch’essa sdoganata, si prevede entrerà nella ranking già il prossimo anno.
Se si guarda invece la classifica dei brand nazionali più forti, lo scenario cambia drasticamente. Come spiega Brand Finance, il valore economico è calcolato sulla base del prodotto interno lordo e sulle stime di crescita nei prossimi cinque anni; la forza è valutata tramite una serie di indicatori politici, economici e demografici, ed è espressa con un rating (da AAA – molto forte – a DDD – molto debole).
La forza è quindi determinata non dalle dimensioni (che avvantaggia i Paesi più grandi nella classifica del valore), ma da altri fattori quali investimenti esteri, turismo, export, governance politica e competenze professionali che può vantare la nazione.
In quest’ottica, i Paesi più forti sono, in ordine di classifica: Singapore, Svizzera, Emirati Arabi, Finlandia, Nuova Zelanda, Hong Kong, Olanda, Lussemburgo, Qatar e Norvegia.
L’Italia è anche quest’anno fuori dalla top-ten delle nazioni più forti: valutata con un A-, si può pensare che il buon risultato nella classifica del valore sia dovuto più dalle dimensioni economiche nazionali che dalle performance effettive.

La top-20 della classifica inerente ai brand nazionali di maggior valore al mondo.