Less (brands) is More

Giorgio Armani annuncia una riduzione nel proprio portafoglio di marchi. E non è il solo.

Il 2017 sarà l’anno di una nuova evoluzione per la strategia dell’azienda Armani. È stato lo stesso Giorgio Armani, alle ultime sfilate di febbraio, ad aver annunciato una riduzione nel portafoglio dei propri marchi, passando da 5 a 3. 
 

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Il 2017 sarà l’anno di una nuova evoluzione per la strategia dell’azienda Armani. È stato lo stesso Giorgio Armani, alle ultime sfilate di febbraio, ad aver annunciato una riduzione nel portafoglio dei propri marchi, passando da 5 a 3

Armani Jeans e Armani Collezioni scompariranno e saranno inglobate in Emporio Armani, mentre rimarranno Giorgio Armani e A/x Armani Exchange, brand per adesso commercializzato perlopiù negli U.S.A. e con prezzi più accessibili, che poi verrà portato nel resto del mondo.

«Emporio Armani diventerà un concentrato di idee con la finalità di servire più pubblici», ha spiegato Giorgio Armani, «Armani Collezioni, che oggi si rivolge alla signora più seria e in tailleur, congloberà nello spazio Emporio Armani, così come anche la linea Armani Jeans … Del resto Emporio - ha sottolineato lo stilista - è sempre stata la linea più avangarde del gruppo».

armani

Lo scorso febbraio, Giorgio Armani ha annunciato un importante cambio nella propria brand strategy: scompariranno 2 marchi su 5, ossia Armani Jeans e Armani Collezioni, che saranno inglobate in Emporio Armani. Rimarranno Giorgio Armani e A/x Armani Exchange.
 

l processo partirà con la stagione primavera-estate 2018 e comporterà una razionalizzazione della distribuzione del gruppo
che si appresta a chiudere il 2016 con poco meno di 2,6 miliardi di ricavi. 

Anche altri stilisti, che in passato avevano declinato il marchio su più collezioni e più linee, poi erano tornati a concentrare gli sforzi creativi: emblematico è stato il caso di Dolce Gabbana con D&G, che è stata addirittura eliminata.

Il mondo fashion non è l’unico ad abbracciare una strategia “minimalista” in termini di quantità di marchi: la stessa Coca-Cola, ritenuta mamma dei brand, ha abbracciato già dallo scorso anno unmodello d’identità monolitico, ponendosi sul mercato con un unico brand, nonostante la presenza di una offerta di prodotto eterogenea.

Come aveva spiegato lo scorso gennaio 2016 Rodolpho Echeverria, Vicepresidente Global Creative & Content: «I consumatori ci chiedevano semplicemente meno zuccheri e noi abbiamo proposto loro tante altre cose senza capire che potevamo creare confusione. Dieci anni fa abbiamo perso la grande opportunità della one brand strategy».    

armani cocacola

Anche Coca-Cola ha abbracciato, già dallo scorso anno, un modello di marca monolitico: la strategia è porsi sul mercato con un unico brand, nonostante la presenza di una offerta di prodotto eterogenea.